domenica 30 gennaio 2011

Parole a caso di un sabato sera qualsiasi.

Listening: Raise your glass di P!nk


Musica che crea dipendenza.
Giorni di scoperte e riscoperte musicali, canzoni che fanno rabbrividire, che fanno pensare, canzoni che sento davvero mie.

Abbracci che vengono chiesti e ai quali viene risposto "No. Non è proprio il caso."
E c'è un pò di soddisfazione nel poterlo dire, nell'avere il coltello dalla parte del manico, nel poter dire che ogni scelta comporta una conseguenza. E no, non ne vale la pena.

Guinness divise su tavoli pieni di gente.
Tre tavoli uniti e tanti bicchieri che girano, facendosi assaggiare. Persone che non ti aspettavi, che non speravi. Parlare di birre e apprezzarle. Come cambiano le cose.

Domande stupide, risposte più stupide ancora.
Perchè devi avere una faccia da culo senza senso per fare domande del genere. E io devo essere pirla per risponderti così. "Why so serious?". Sorridiamoci su.

Progetti di un viaggio a Roma e un paio di giorni a Ferrara.
Mettere da parte i soldi per vedere due posti mai visti, mettere da parte i soldi per andare via, per vedere quanto le mie radici reggono. Perchè anche io ora ho voglia di partire. Come cambiano le cose.

Mani che non sanno stare ferme. Che si intrecciano senza speranza. Volti troppo vicini e volti che si allontanano.
E la netta impressione che mi sfugga qualcosa di ovvio. Se dici no è no. Se dici no ma cerchi il si c'è qualcosa che non va. E se io dico si ma lo evito ho dei problemi. "Basterebbe girarsi dalla parte giusta."

Sentirsi dire "Avevi ragione, ma me ne sono accorto solo ora."
Semplicemente soddisfacente.

Neve che scende dal cielo e si deposita sui cappotti.
Esci da un posto, entri in un altro, la leggerezza di chiacchiere che mancavano, di volti che di solito non frequenti. Macchine in un parcheggio che si seguono, neve sul parabrezza. Neve che finisce tra le persone.

Occhi di bimba, occhi di uomo.
Un mix assurdamente bello.

"So c'mon, raise your glass!"

sabato 29 gennaio 2011

Tasche

"Volano le libellule,
sopra gli stagni e le pozzanghere in città,
sembra che se ne freghino,
della ricchezza che ora viene e dopo va,
prendimi non mi concedere,
nessuna replica alle tue fatalità,
eccomi son tutto un fremito ehi.

Passano alcune musiche,
ma quando passano la terra tremerà,
sembrano esplosioni inutili,
ma in certi cuori qualche cosa resterà,

non si sa come si creano,
costellazioni di galassie e di energia,
giocano a dadi gli uomini,
resta sul tavolo un avanzo di magia.

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere
vienimi a prendere
mi riconosci ho le tasche piene di sassi.

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.

Sbocciano i fiori sbocciano,
e danno tutto quel che hanno in libertà,

donano non si interessano,
di ricompense e tutto quello che verrà,
mormora la gente mormora
falla tacere praticando l'allegria,

giocano a dadi gli uomini,
resta sul tavolo un avanzo di magia.

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere
vienimi a prendere
mi riconosci ho un mantello pieno di stracci.

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
vienimi a prendere
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di sassi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te."

Le tasche piene di sassi.


Saranno le parole.
Sarà che è Jovanotti e non poteva essere altrimenti.
Sarà il suono del violino che cresce.
Sarà.. Ma mi sono innamorata di questa canzone.

Ora.

giovedì 27 gennaio 2011

Singing in..


Veleno


I Subsonica non li sopporto. (Sopratutto quando cantano di me.)

"Oggi il mio passato mi ricorda che
Io non so sfuggirti senza fingere."

Mi sento un po' impotente. Vedo attorno a me il mondo che si muove e io sono ferma.
Ferma per gli altri ma in rapidissimo movimento per me. Ma con il Corso e gli Esami che si intrecciano in maniera perfetta.

Torino, vederla di sfuggita e poi tornare indietro. Viaggi interminabili in auto, ascoltando quelle canzoni che a volte più che un lenitivo sono un pugno. Tutto dipende da con che piede ti alzi al mattino. Tutta colpa della casualità.

E certe scoperte che lasciano davvero sconvolta. Non credo molto nel "per sempre" eppure per alcune cose, alcuni rapporti, non riesco a concepirne la fine. E sono un paio di giorni che ci penso. Loro erano un'unica entità. Pensarli divisi mi fa.. male? Come se si fosse chiuso un capitolo della mia vita che solo più loro tenevano aperto. Una sorta di stupida speranza. E guardare quelle foto sul mio muro non aiuta a comprendere perchè.

Sentirsi avvelenata è davvero una cosa buffa. Una sensazione di dualismo stordente. Finalmente scelgo io, non accetto e basta, ma scelgo. Con la consapevolezza di stare scegliendo la persona sbagliata, che non è certo quella adatta a me. E il fastidio del sapere che sono.. impotente?

"E un'altra volta mi avvicinerò, alla tua bocca mi avvicinerò
e un'altra volta mi avvelenerò, del tuo veleno mi avvelenerò."

E tornano alla mente spezzoni di conversazioni di questi giorni. Siamo davvero orgogliosi di te. Lo stai viziando. Le ho detto che anche mia sorella studia e lavora. Non ti conosco. Caffè? Birra a data da destinarsi?

Ho l'impressione che non sia poi così difficile gestirsela, la vita. E avere ogni giorno la consapevolezza che quello che stiamo creando sia un legame stabile e duraturo nel tempo. Che mi rende orgogliosa. (E ricordandomi di voi penso di poter essere fiera di non aver creato enormi buchi al posto di fili per avvicinarsi come hai sempre fatto tu.)

E finalmente dopo un po' di giorni di corsa per svuotare il cervello e lavar via fatica e rabbia inizio a non sentire più le gambe tirare. Pff. Che fatica! Piccole abitudini che non fanno male, anzi. Come la domenica sera che da un paio di settimane è da passare con le mie radici. In una pizzeria o in un pub. Valutando la quantità più che la qualità, ridendo e scherzando ed essendo Amici. (Come folate di vento che ti investono e ti ricordano che sei viva.)

"Libera quanto basta per dare alla tua strada un nome e un'ultima risposta."

giovedì 20 gennaio 2011



-Qualità rara quella di far sorridere solo con la propria presenza. Qualità che non passa nemmeno con il tempo.



sabato 15 gennaio 2011

Zak


"Oh, ma è davvero un bel taglio. Sei sicura? Li avevi così lunghi!"

Si, sono sicura. Un taglio netto, un taglio secco. Un bel cambiamento.

E vedere i miei capelli lunghi scendere per terra ha avuto un senso di liberazione. A volte basta poco.

Corti e ricci. Corti e spettinati. Corti e miei.

"Questa è la mia vita. Se entri chiedimi il permesso."

mercoledì 12 gennaio 2011

Cose che capitano


"Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?"

A volte faccio fatica a capire che il piangere, il ridere, il provare vergogna o avere il cuore che batte sono motivi più che validi per essere felici.

Questa estate voglio andare lontano. Voglio impormi di non restare qui. Voglio, perchè se non lo facessi poi so che me ne pentirei. Ma so già che io sono troppo legata per andarmene, anche solo per due mesi.

Tagliare i capelli, ritornare ad averli lisci, o comunque meno ricci di prima. Sorridere.

Pensare che il tempo a volte fa degli scherzi incredibili, che a volte prendi il telefono, guardi il mittente di un messaggio appena arrivato e capisci che essere grandi (rispetto a loro) significa anche mettersi da parte con la consapevolezza che se l'affetto era vero l'amicizia torna.

Sentirsi dire che gli occhi azzurri sono più belli, e contemporaneamente sentirsi dire che hai gli occhi penetranti, in cui ci si perde. Punti di vista.

Dare un bacio e per la prima volta pensare di averlo sprecato. Per una persona meno in equilibrio di me. Non è una bella sensazione.

Voler fare mille cose, volersi prendere 50 secondi di silenzio ma non averne la forza, perchè "fa paura fermarsi a pensare" (cit.).

Scoprire che i rapporti migliori durano nel tempo, dal 2006, nonostante le differenze che ci contraddistinguono, fa si che il cuore si allarghi di gioia. Perchè crescere insieme, crescere davvero, è sintomo di resistenza. Anche se ci si vede poco.