sabato 20 marzo 2010

Innocence

Musica nelle orecchie.

"This innocence is brilliance.. Please don't go away.."



La prima cosa che mi colpisce di una persona sono i colori. I suoi colori.

Vuoi sapere che colore associo a te? Quella strana sfumatura di azzurro che ha l'acqua di mare quando riesci a vedere il fondo. L'azzurro degli occhi, e di una felpa. Il blu scuro di una maglia, il bianco di un paio di scarpe e della maglietta, il nero di una giacca. Mi rimangono impressi dei dettagli che non hanno motivo di essere memorizzati tante volte. Un treno orrendo per tornare a casa, ma il sorriso ebete sulle labbra.

Vorrei mettermi davanti ad uno specchio per guardarmi e capire cosa di me non funziona. Per scoprire che funziono alla grande così. Io che mi vedo marrone. Color castagna. E che ultimamente mi sento un pò in balia del vento quando mi fermo. Ed è per questo che metto su peso, per non farmi trascinare via. Per essere forte, sempre.

Sembra quasi che io abbia a che fare con due persone diverse. Una persona che mi fa ridere, sorridere ed essere felice, con la quale passerei un sacco di tempo anche solo a ridere e mangiare. E quella (stessa?) persona che mi fa sentire inadeguata e che nemmeno mi guarda negli occhi quando mi vede. Il ragazzo che su una panchina di una stazione mi tocca le braccia, mi guarda e sembra maledettamente sincero (vedi che ricordo cose senza apparente importanza?) è lo stesso che forse nemmeno si accorge di me nei corridoi della sua università. Lo stesso che parla delle ragazze che ha avuto come di piccoli trofei. E tu non hai idea di quanta paura io abbia che tu faccia lo stesso con me. Potrei farti del male fisico, o quanto meno provarci. Ma tu chi sei?

Io ho mai visto che sei davvero tu? O ho solo visto pezzi di maschere, pezzi di te? E tu hai davvero visto come sono io? (No, hai visto la parte peggiore di me e quella migliore allo stesso tempo. Paradossale forse, ma tant'è.)

E non so se è colpa tua, ma mi sento davvero in balia di una forza più grande.. Mi sembra di lasciarmi trascinare dal vento, aspettando che le cose si aggiustino. Perchè davvero non so come tu vada preso. Tu che ami, e poi sparisci, che dici quello che pensi, senza filtri, tu che ti sei già preso un sacco di insulti da me, tu che sei maledettamente buono e non te ne accorgi. Tu che per giorni non entri nella mia mente, e che poi all'improvviso la invadi e la riempi. Ed è una sensazione che lascia impotenti. E se io non ti volessi?

Vattene, detto quasi sottovoce, sperando che tu mi dica no. Sono proprio una donna.

Mi sento una pietra. Di quelle che rotolano nei fiumi, e rotola rotola si plasmano, si lisciano, diventano più belle. Ed ora ti sfrutto per plasmarmi, per lisciare alcuni miei lati che di me odio. Perchè non fai lo stesso? Forse sbaglio io, ma animare mi ha insegnato anche che è uno scambio equivalente, anche se spesso sembra essere uno scambio univoco. Invece io vengo aiutata molto di più di quanto io aiuti loro. Ed ogni rapporto è così, no?

Se avessi davanti la persona che penso di conoscere, quella che capita che farfugli quando parla di cose importanti (?), penso che mi fiderei ciecamente, penso che ti farei respirare le cose felici che ho, che conosco, per farti vedere quanto si può stare bene se ci si lascia andare. Penso che ti racconterei le cose più stupide e quelle più serie. Penso che amerei. Penso che dividerei con te un pomeriggio di studio, e un pranzo. Una risata. Penso che saresti mio amico.

Ma.. io non so chi ho davanti. Chi sei? Dimmi chi sei per favore. Oppure vattene. Questa volta detto con la voce potente. Perchè è ciò di cui davvero ho bisogno. Chiarezza. Etichette, come se fossimo in un museo, a casa mia. Ho bisogno di certezze. Perchè forse hai ragione tu.. è tutto un casino. Ma a me piace questo casino di risate, colori, occhi. Ma non voglio cose negative.. [ Qui la matassa di pensieri è troppo incasinata per essere svolta con chiarezza.. ]

Ho passato due ore di un sabato sera qualsiasi a scrivere di me, di te e ad ascoltare musica. E niente vale questo piccolo deserto casalingo. E adesso che i miei pensieri si dipanano in parole su fogli di carta e pagine internet sto bene.

Se mi guardassi negli occhi penso che mi vedresti senza corazza e senza maschere (e c'è chi sa che per me questo significa molto) per fiducia, sicurezza. Semplice sesto senso.

Dimmi, faccio bene a fidarmi di quel ragazzo che io penso di conoscere?



Piano piano la mia musica si spegne e mi viene spontaneo sospirare. Un altro pezzo di me, qui. E chissà se servirà, se sarà un seme che crescerà o se verrà spazzato via. Solo il tempo può.. Solo il tempo..


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